Si fa presto a dire sì. Dalle ultime rilevazioni delle polveri sottili PM10, pare che il livello di queste ultime sia stabile. Come mai? Scopriamolo subito insieme.
Le polveri sottili PM10 sui social
Come ormai hai imparato se sei uno dei miei follower veterani, le informazioni sull’ecologia che girano sui social sono spesso parziali, semplificate o inesatte. Facile da capire: ognuno cerca di tirare l’acqua al proprio mulino per vendere prodotti, servizi, per avere visibilità o validare le proprie idee. Spuntano così proposte assurde, che alcuni potrebbero anche appoggiare. Un esempio?
Per quanto pubblicitariamente funzionante, trovo questa frase assurda. La filosofia di Ecorisparmiare è farsi guidare dalla scienza, non dalle dicerie. Per cercare l’armonia dell’uomo nell’ambiente bisogna mettere un attimo da parte i megafoni ed essere lucidi. Quindi cerchiamo di capire cosa è successo davvero e come possiamo usare questa conoscenza per fare meglio ecologia.
Covid-19 e inquinamento, cosa c’è di vero?
L’epidemia di Covid-19 e la quarantena in diversi paesi hanno contribuito ad abbassare visibilmente il livello di alcuni inquinanti. A Milano, per esempio, i livelli di biossido di azoto (NO2) si sono ridotti in maniera visibile, lo stesso è successo anche a Parigi e Madrid. Questo perché i responsabili principali delle loro emissioni sono le auto.
I valori delle cosiddette polveri sottili, però, rimangono elevati. Soprattutto le PM10, dopo un lieve abbassamento, sembrano essersi rialzate tra il 28 e il 29 marzo nonostante il fermo di moltissime attività. Lo dimostrano i dati forniti dal Centro Regionale della Qualità dell’Aria (Arpa Lazio) e l’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna (Arpae Emilia-Romagna). Queste due agenzie monitorano l’inquinamento ambientale nel centro-nord Italia. In una nota, l’Arpae dell’Emilia-Romagna fornisce una possibile spiegazione:
In sostanza, lo spostamento dell’aria ha portato in Italia polveri sottili provenienti da Est, che sono rimaste “intrappolate” nella nostra zona a causa delle montagne che sono come barriere naturali. Per capire meglio di cosa stiamo parlando, forniscono anche un video di 15 secondi che puoi vedere qui sotto:
Quindi è vero che la quarantena ha fatto diminuire le polveri sottili?
Sì e no. La quarantena ha sicuramente ridotto l’emissione di nuovi agenti inquinanti nell’aria che derivano dalle attività quotidiane europee (produzione, spostamenti, consegne ecc.). Lo conferma anche Isprambiente che ha rilevato una riduzione del 2% delle emissioni in Italia e prevede che si possa arrivare addirittura ad una riduzione del 5-7%.
Però non ha eliminato le particelle di polveri sottili PM10 già emesse, che continuano a spostarsi da un paese all’altro, o quelle prodotte dai paesi che non sono in quarantena o che hanno applicato misure diverse per fronteggiare il COVID-19.
Come possiamo usare questa conoscenza per il futuro?
Questi episodi possono essere letti in maniera molto utile da un attento ecologista come te, per rendere ancora più consapevoli le tue scelte quotidiane e il tuo impegno nella società (e sui social) per un futuro migliore.
L’aria più pulita non è un’utopia e sicuramente questa emergenza sta mostrando i benefici della diminuzione delle emissioni in generale. Dobbiamo fare attenzione, però, a non cadere nello stereotipo dell’ecologista che propone soluzioni estreme, come la chiusura per un mese all’anno di tutte le fabbriche del mondo.
L’uomo fa parte dell’ambiente e bisogna trovare un punto di equilibrio tra le necessità del pianeta e quelle delle persone. Chiudere tutte le fabbriche per mesi comporterebbe licenziamenti e situazioni economiche instabili per tutti.
Ridurre è la prima parola per raggiungere la sostenibilità ambientale
Bisogna lavorare sulla costante riduzione delle emissioni di polveri sottili nel lungo periodo, per mantenere gli effetti positivi di questa riduzione. Un esempio?
In alcuni paesi del mondo lo stato tassa chi emette più agenti inquinanti, facendogli pagare una cifra maggiore per maggiori emissioni. In altri paesi, invece, la legge favorisce le imprese che si adoperano per ridurre le proprie emissioni, concedendo sconti sulla tassazione a chi possa dimostrare una concreta riduzione delle emissioni e un impegno per l’ambiente.
Il risultato è che nel primo caso sono favorite le aziende che inquinano di più, ma hanno anche più soldi per pagare le multe o le tasse sull’inquinamento. Nel secondo caso, invece, sono favorite le aziende che prevengono la creazione dell’inquinamento che non devono necessariamente essere già piene di soldi, ma possono reinvestire quello che risparmiano sulle tasse per lavorare ancora meglio.
Cosa abbiamo imparato dalle polveri sottili MP10?
L’andamento delle polveri sottili PM10 per a causa del COVID-19 ci fa capire che sì, dobbiamo rivedere il nostro stile di vita per diminuire le emissioni. Allo stesso tempo, però, ci mostra come l’economia debba essere adattata al cambiamento per non peggiorare la vita delle persone.
In più, possiamo vedere che il mondo è sempre più interconnesso. Dire: “riduciamo le emissioni delle aziende italiane” non basta, dobbiamo pensare in maniera globale, perché il nostro Pianeta è un grande habitat in cui le scelte di un europeo si riflettono (ad esempio) sulla vita di una persona australiana e viceversa. Niente più di questo virus ce lo ha insegnato.
Anche noi, come singoli esseri umani, possiamo fare la differenza con ogni nostra piccola azione: acquisti responsabili, condivisione di corrette informazioni e perfino il voto politico sono solo alcuni dei potentissimi strumenti che abbiamo per fare bene ecologia ogni giorno. Questo post non serve a dare soluzioni, ma a sviluppare un pensiero in ognuno di noi.
Link utili
Spero che questo articolo ti sia stato utile nella marea di disinformazione che gira sui social e ti lascio i link agli articoli e le notizie delle agenzie di cui ho parlato.
Concordo sul fatto che la situazione particolare che stiamo vivendo consentirà gli studiosi di raccogliere dati e compiere valutazioni che fin qui erano basati solo su modelli teorici. Ho trovato significativo il picco di PM registrato per il semplice spostamento delle correnti che hanno importato le particelle dall’estero: la loro concentrazione dev’essere davvero importante per non disperdersi/posarsi in un viaggio di migliaia e migliaia di chilometri.
Esiste qualche sistema di filtraggio delle polveri già collaudato che potrebbe essere installato in aree poco popolate per ripulire almeno in parte l’aria dal particolato? So che alcuni brevetti consentono di immagazzinarlo per crearne inerti e materiali da costruzione.
Corretto, esistono già prototipi di questo tipo!
Complimenti! Non ho mai letto un post così interessante!
Grazie Lorenzo!
Sono contento che ti sia piaciuto il mio articolo!