Una mattina ti svegli, fai un giro su Reddit e vedi una confezione Barilla senza plastica. Gioia.
Sì, per un ecologggista questa è una piccola vittoria personale. Ho cercato di capirne di più e oggi ti racconto cosa ho scoperto.
(E no, questo articolo non è sponsorizzato. Purtroppo.)
La finestra sul cartone: un film che non ci piace.
Una delle eco-lotte più acerrime che abbia mai visto on-line è quella contro Barilla per la sua finestrella di plastica.
A sollevare le ire degli amici ambientalisti è quel quadratino di materiale trasparente sul fronte della confezione, di cui non si capisce bene lo scopo. Far vedere la pasta al cliente, il cliente alla pasta? Forse evitare che dipendenti burloni mettano penne nella scatola dei fusilli? Oppure una normativa la impone? Non si è mai capito, ma condivido la lotta.
Da buona ecologggista, per anni ho noiosamente separato la finestrella di plastica dal resto della confezione per riciclarla a dovere. Mi sono sempre chiesta, però, quante persone abbiano la mia stessa attenzione. Probabilmente la maggioranza butta le confezioni Barilla nell’indifferenziato, anche grazie ai “chiarimenti” dei depliant istituzionali per il cittadino confuso:
“Vanno gettate nella raccolta indifferenziata tutte quelle confezioni costituite di materiali non riciclabili e confezioni multimateriale.”
Un chiarimento un po’ oscuro
A chi verrebbe in mente di separare il cartone dalla plastica quando è così semplice assecondare la pigrizia etichettandola come “multimateriale”? E così, ogni giovedì, un operatore ecologico si porta via il “secco” assieme alla coscienza sporca di un ignaro cittadino italiano.
Sostenere l’insostenibile
Nel 2017 un addetto alla comunicazione Barilla, ignorando che il web non dimentica, diede una soluzione un po’ creativa alla richiesta di un utente su Twitter:
Sgneeeeck…BUM! Addetto alla comunicazione scivolato mentre si arrampicava sugli specchi. Tranquillo collega, ci siamo passati tutti.
Non sappiamo cosa ne sia stato dell’impiegato in questione, ma dal 2017 qualcosa sta cambiando in casa Barilla, oltre al pay-off. Mi sembra ci sia una maggiore consapevolezza della necessità di rispettare l’ambiente in tutta la filiera di produzione e distribuzione. Sottolineo che è una mia impressione personale, non collaboro con Barilla e quindi non conosco nel dettaglio la loro realtà.
All’Expo 2015 ho scoperto il loro osservatorio “Barilla Center for Food and Nutrition“, un progetto di ricerca volto a capire come migliorare la sostenibilità nel settore dell’alimentazione. Ogni anno mette a disposizione dati e materiali molto interessanti che, dirò, mi sembrano anche abbastanza imparziali. Credo sia importante sottolinearlo, perché molte aziende di recente usano i dati scientifici in maniera strumentale, mostrando solo quelli che a loro convengono e ignorandone altri, al solo scopo di vendere o fare greenwashing. Sinceramente non conosco gli obiettivi di business di Barilla, ma avere a disposizione dati sempre aggiornati sul tema alimentazione è sicuramente una nota positiva.
Un esempio di materiale molto interessante è questo video sul consumo di acqua relativo alla nostra alimentazione:
Ma torniamo alle notizie importanti: la finestrella di plastica.
Barilla senza plastica esiste, ma fuori nazione
Io, in questi anni, ho comunque continuato ad acquistare Barilla per tre motivi fondamentali:
- Hanno confezioni in cartone da 1 kg, che mi aiutano a ridurre il numero di imballaggi da riciclare;
- Hanno solo la finestra di plastica, mentre molti altri hanno l’intera confezione di quel materiale. Motivo per cui non ho mai capito l’accanimento su Barilla e il silenzio sulle altre aziende dalla confezione totalmente plasticosa.
- A differenza di alcune marche che si vendono come totalmente “green”, hanno un prezzo ragionevole.
Poi c’è anche il fatto che con le altre sfoglie la lasagna non mi viene bene, ma questo è soggettivo.
Quella famosa mattina in cui Reddit mi stava dando una gioia, l’euforia è durata poco: facendo due ricerche ho trovato questa pasta solo sul sito di un supermercato in Inghilterra. In Italia per ora non c’è segno della confezione senza finestra. Che sia un progetto-pilota? Quando arriverà qui, se arriverà? Spero presto, ma ancora nessuno lo sa.
Nel frattempo, ho risolto un altro mistero scatoloso: le nuove confezioni azzurre indicano la pasta preparata con solo grano di origine italiana. Apprezzo tantissimo il colore e la scelta delle materie prime, ma il problema resta il tipo di coltivazione. Non è che in Italia si coltivi sempre nel rispetto dell’ambiente, anzi. Un sei per l’impegno, ma si può fare di più.
Mi piacerebbe avere qualche altra informazione sulle confezioni senza plastica, però. Penso che proverò a contattare Barilla per aggiornare questo articolo.
Nel frattempo, ho scritto per te il testo di un’e-mail che puoi scaricare gratuitamente. Modificalo a tuo piacimento, per chiedere al tuo produttore di pasta preferito di non usare più la plastica.
Ci leggiamo nella prossima puntata!